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  • Immagine del redattoreDott.ssa Karen Avarello

E i bambini?

In questo lungo tempo sospeso di distanziamento fisico, bambini e adolescenti sembrano essere stati dimenticati. Sono i grandi assenti dal pensiero delle istituzioni, lontani dalla scuola, lontani dai compagni, lontani dai famigliari.


E alle famiglie è stato dato l’onere di provvedere a tutti i loro bisogni, educativi, di apprendimento, relazionali. Una responsabilità immensa e gravosa, se pensiamo che non tutti i genitori possono avere il tempo e le risorse - anche di tipo tecnico od economico - per soddisfare le numerose esigenze di crescita dei propri figli.


Adesso, con l’allentamento delle restrizioni si intravedono degli spiragli, piccole concessioni che sono state fatte ai bambini e alle loro famiglie, piccoli spazi di libertà.


Nonostante ciò, è comunque difficile immaginare il modo in cui questi bambini e ragazzi potranno realmente godere di questi spazi di libertà, condizionati dalla necessità di evitare ogni contatto fisico con amici e compagni, nonni e zii.



Cosa cambia


Dovranno infatti giocare con la mascherina, potranno uscire all’aperto ma evitando di toccare qualunque cosa o persona. Dovranno stare attenti a non mettersi le mani negli occhi, naso e bocca senza prima averle igienizzate. Insomma si potrà tornare a giocare all’aperto con gli amici ma solo ad alcune condizioni.


Ma sarà possibile per loro seguire le regole? questo lo vedremo col tempo; credo però che comporterà un grande sforzo per gli adulti e soprattutto per i piccini rinunciare ai contatti fisici per un tempo indeterminato.


Si chiederà quindi loro di aspettare ancora, di rinviare, di continuare a rinunciare a cose che fino a poco tempo prima facevano parte della loro quotidianità. Per questo, a maggior ragione adesso, bisogna prestare attenzione ai loro bisogni, ai segnali di disagio, a ciò che ci comunicano, per aiutarli ad elaborare ciò che sta accadendo e fare in modo che, nonostante tutto, abbiano i loro spazi di gioco ed espressività.

L’importanza del gioco


Non bisogna infatti dimenticare che i bambini e i ragazzi hanno bisogno di giocare e stare in relazione con gli altri.

Secondo Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista inglese di fama internazionale È nel giocare e, soltanto mentre gioca, che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell'essere creativo che l’individuo scopre il sé.“


E allora, in questo periodo così particolare, si potrebbero magari prediligere alcune tipologie di giochi che possono essere praticate pur mantenendo la distanza fisica:


  • il gioco simbolico per i bambini più piccoli: il fare “come se”. Il bambino può mettere in atto tematiche vissute e osservate nella relazione con gli adulti, come il prendersi cura, fare la spesa, simulare azioni quotidiane. L’adulto può partecipare, osservare e poi dare un significato a quello che accade commentandolo e aggiungendo delle riflessioni.


  • Il gioco collaborativo, in cui vengono messi in scena comportamenti volti al raggiungimento di un obiettivo. Ad esempio potrebbe essere una buona idea organizzare una caccia al tesoro con squadre di bambini composte da membri che appartengono alla stessa famiglia e convivono.


  • i giochi motori che aiutino i bambini/ragazzi a mantenersi attivi, dinamici e ad entrare in sintonia con la propria forza ed energia, come ad esempio il salto della corda, il ballo, i giochi con la palla.


  • Potrebbe essere utile anche promuovere i giochi con amici, parenti, educatori utilizzando piattaforme online come Skype, FaceTime, Whatsapp, consentendo ai bambini di non perdere i legami con i pari, di ricevere attenzione dagli adulti significativi e di continuare a coltivare la creatività e l’immaginazione, anche se a distanza.

Sarà importante favorire in ogni caso lo scambio relazionale e affettivo e promuovere la condivisione delle emozioni, con la speranza che, nel frattempo, nel più breve tempo possibile, vengano pensate forme di sostegno concrete e valide, che tengano conto dei bisogni reali delle famiglie soprattutto dei bambini.

Dott.ssa Karen Avarello Psicologa Psicoterapeuta

dr.karenavarello@alice.it






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